La nascita del gin come noi lo conosciamo oggi è preceduta da un lungo ed affascinante cammino attraverso i secoli fatto di scoperte e intuizioni umane.
di Fulvio Piccinino
In tutto questo quale è stato il ruolo dell’Italia? Se da una parte ci viene riconosciuta una supremazia qualitativa nella coltura del ginepro, la sua principale materia prima aromatizzante, dal lato produttivo, guardando l’ultimo secolo, sembra che noi si arrivi ultimi, o quasi.
Ma sarà vero?
La storia del gin moderno, andando a vedere i documenti ufficiali, inizia con la prima distilleria inglese fondata nel 1742 nel quartiere di Finsbury, a Londra. In precedenza abbiamo un buon numero di informazioni che ci porteranno a dire che invece i proto gin furono creati in Olanda. Sembra però un controsenso che l’Italia abbia giocato esclusivamente un ruolo legato alla fornitura della materia prima, che come afferma Mattioli, scrittore, medico ed appassionati di alambicchi vissuto nel 1500, ha nelle terre di Siena l’area fra le più vocate.
Fra XI ed il XII secolo, il ginepro è largamente usato nella farmacopea e vi sono parecchie testimonianze scritte di distillati e liquori in macerazione sia con vino che con acquavite. Il principale uso che se faceva era in purezza o con pochi altri elementi coadiuvanti contro l’idrofilia e la cattiva digestione.
Ad un certo punto su alcuni libri di ‘Segreti’, una tipologia di libri che si diffuse in Italia alla metà del XVI secolo e che ebbe illustri autori italiani fra cui si conta anche Gabriele Falloppio, botanico ed anatomista, si trovano alcune ricette ‘contra la peste’ che avevano nel ginepro il principale elemento, spesso unito ad altre piante. Alcune di esse si ritrovano nel gin odierno, ma il metodo produttivo e la presenza di altri ingredienti di natura alchemica non ci fanno pensare ad un distillato voluttuario: dimostrano, però, come l’Italia abbia anch’essa un passato legato alla produzione di distillati al ginepro.
È quindi possibile, pensando che la peste colpì prima l’Italia che i Paesi Bassi, che una di queste ricette abbia risalito l’Europa e che poi sia diventata un prodotto voluttuario con l’arrivo dei rimedi medici della moderna chimica?